Il Museo di Farneta ha un’origine particolare rispetto ad altre esposizioni di Cortona: si deve alla tenacia di un parroco che negli anni ha raccolto e catalogato centinaia di reperti, Don Sante Felici. Sorge nei pressi dell’Abbazia di Farneta ed è ospitato in un’ex scuola elementare. Il museo è un’importante raccolta di testimonianze paleontologiche provenienti dal territorio cortonese.
Lo stesso Sante Felici ha definito questo un “museo fatto in casa”. Effettivamente la collezione è il frutto di una faticosa ricerca di cimeli rinvenuti negli anni. Le testimonianze paleontologiche infatti furono raccolte e selezionate durante la costruzione dell’autostrada A1. Anche le cave di sabbia, scavate per realizzare la nuova linea ferroviaria, portarono alla luce molti fossili del museo.
Il parroco, nella doppia veste di uomo di Dio e appassionato di paleontologia, iniziò la raccolta negli anni Sessanta, lasciando in eredità un patrimonio inestimabile per le generazioni future.
Il Centro di Interpretazione delle Raccolte Don Sante Felici, dunque, è un luogo prezioso per comprendere l’identità di Cortona e del territorio aretino. Tra i fossili conservati ci sono i resti di animali che abitavano in ambienti caldi. Lo stesso habitat che caratterizzava Cortona e l’Italia nel Pleistocene Inferiore, cioè milioni di anni fa.
Si possono così ammirare i resti del Mammuthus meridionalis vestinus, con un’altezza stimata di circa 3,5 metri. O quelli appartenuti un tempo a rinoceronti, cervi e ippopotami.
I reperti paleontologici del Museo di Farneta sono affiancati da pannelli che indicano la tipologia e il periodo cui risalgono. Oltre a una suggestiva ricostruzione del territorio cortonese di milioni di anni fa!
All’interno del Museo di Farneta trova spazio anche un’area dedicata al patrimonio archeologico di Cortona: tra i reperti spiccano una tomba romana e alcune urne cinerarie che risalgono al periodo etrusco.