L’Abbazia di Farneta è un luogo di culto che sorge nell’omonima frazione di Cortona. È strettamente legata alla figura di Don Sante Felice: lo stesso parroco che nel secondo dopoguerra raccolse reperti paleontologici che hanno dato vita al Museo di Farneta. L’abbazia è un bell’esempio di costruzione religiosa altomedioevale.
I documenti storici testimoniano un periodo di splendore dell’Abbazia di Farneta, a partire dal nono secolo. L’architettura sorse sui resti di una costruzione romana a pochi chilometri dal centro di Cortona. I primi a occuparla furono dei monaci Benedettini Neri, cui seguirono i Benedettini Olivetani. Soltanto alla fine del diciottesimo secolo il luogo di culto passò sotto la tutela della Cattedrale di Cortona, in occasione delle soppressioni religiose del granduca Leopoldo.
L’Abbazia di Farneta è stata valorizzata da Don Sante Felice, parroco della frazione cortonese che dal 1937 iniziò il restauro dell’architettura. In particolare la cripta, le cui colonne portanti di origine romana sorreggono volte a crociera e a botte. Una di queste colonne proviene addirittura dall’Egitto.
All’esterno dell’Abbazia di Farneta si possono ancora notare tracce dell’originaria facciata. Di fronte all’architettura ci sono un pozzo e la base perimetrale di un vecchio mulino.
Oltre alla cripta, all’interno dell’Abbazia di Farneta possiamo ammirare alcuni dipinti di valore. Tra questi, una tela che raffigura il Battesimo di Cristo, una Madonna di Loreto e altre rappresentazioni sacre.
Una parte dell’abbazia raccoglie le scoperte archeologiche condotte dallo stesso Don Sante Felici. Si possono ammirare tre urne cinerarie di origine etrusca e cimeli appartenenti alla civiltà romana. Dopo aver ammirato il luogo di culto, si può fare una visita al vicino Museo di Farneta, con interessanti testimonianze paleontologiche che provengono dal territorio cortonese.
L’Abbazia di Farneta si raggiunge facilmente in auto dal centro storico.